Hassan, Giovanni e Peter: una famiglia nata dall’accoglienza

Hassan, Giovanni e Peter: una famiglia nata dall’accoglienza

L’accoglienza non è solo un tetto e un pasto caldo, ma la costruzione di legami autentici, capaci di trasformare vite. Ne sono un esempio Hassan, un ragazzo egiziano in accoglienza, e Giovanni e Peter, che hanno aperto le porte della loro casa grazie al progetto Vesta.
Oggi scopriamo la loro storia.

Un desiderio diventato realtà: il progetto Vesta

Giovanni e Peter desideravano sperimentare l’accoglienza in famiglia. Sono venuti a conoscenza del progetto Vesta grazie alla sorella di Giovanni. Per chi non lo conoscesse, questo progetto offre diverse modalità di partecipazione per chi vuole dedicarsi all’accoglienza, dal tutoraggio per alcune ore alla settimana per i più giovani che risiedono  in comunità all’accoglienza in famiglia, fino all’affido per i minori non accompagnati.

Giovanni e Peter hanno partecipato ad un percorso formativo con gli operatori del progetto Vesta – un team multidisciplinare composto da assistenti sociali, educatori, consulenti legali, psicologi e antropologi – che li ha preparati alle sfide e alle responsabilità dell’accoglienza. Poi per molto tempo la loro vita è trascorsa come al solito. Trascorsi due anni è arrivata una chiamata, inaspettata, proprio il giorno del compleanno di Peter: la proposta di accogliere un in famiglia ragazzo rifugiato. Quel ragazzo era Hassan.

Hassan era accolto a Casa Abba dalla nostra cooperativa, all’interno degli spazi dell’Eremo di Ronzano, messi a disposizione per ragazzi minori stranieri grazie all’apertura e alla visione dall’Ordine dei Servi di Maria.

Anche per Hassan l’attesa di quel giorno era stata lunga. Ben due anni erano trascorsi dalla prima volta in cui gli venne proposto questo progetto e profilata la possibilità dell’affido.
Hassan era desideroso di cogliere questa opportunità, ma allo stesso tempo non voleva alimentare aspettative irrealistiche. La delusione poteva essere davvero sconfortante.
Aveva perciò vissuto questo periodo in sordina, senza voler alimentare in cuor suo questa speranza. Un giorno questa possibilità si è resa realtà.

Foto di gruppo a casa Abba

L’arrivo di Hassan e la nascita di una famiglia

La conoscenza con Hassan è avvenuta gradualmente, prima con la presenza di un’educatrice, poi con momenti conviviali loro tre soli, condividendo una pizza o un gelato.
Un sabato, con una valigia al seguito, Hassan ha varcato la soglia della casa di Giovanni e Peter, iniziando una nuova quotidianità familiare.
Spazi e abitudini si sono modificate per far spazio a un nuovo membro.

Alla domanda su paure e desideri che anticipavano questa esperienza risponde Giovanni. Col suo sorriso simpatico racconta come la più grande speranza era che non si verificasse il suo timore più grosso, ovvero che mancasse tra loro tre un equilibrio armonioso, che Hassan potesse sentirsi a disagio in un ambiente nuovo. A nutrire questi timori c’era tanto la differenza culturale, le radici di Hassan sono immerse nella cultura araba, quanto la componente caratteriale che ciascuno di loro portava con sé. E non sempre le diverse personalità si incontrano.
In questo anno insieme, ogni timore si è rivelato infondato: hanno trovato una familiarità e una confidenza tale che Hassan scherza, condivide passioni cinematografiche e si lascia “bacchettare” affettuosamente per il suo cellulare sempre scarico.

momento collettivo all'aperto a casa Abba

Progetti per il futuro e l’importanza della condivisione

Oggi Hassan fresco di diploma, sogna l’università, con un interesse particolare per biologia o infermieristica. Confessa di avere un certo timore legato alle difficoltà con la lingua italiana, che in realtà padroneggia benissimo anche grazie alla pratica quotidiana dall’arrivo in famiglia.
Hassan è appagato dalla sua esperienza e la consiglierebbe ad altri ragazzi, purché siano, dice, dei bravi ragazzi e affrontino il percorso con apertura. In effetti Hassan è proprio così: disciplinato, diligente nello studio ed è stato capace di aprirsi ad una cultura diversa dalla sua, superando le proprie ritrosie.
Nonostante la gioia della nuova famiglia, Hassan mantiene un legame speciale con la comunità che lo ha accolto per prima, tornando spesso a trovare i suoi vecchi compagni e gli educatori a Casa Abba.

Giovanni e Peter, nel descrivere la ricchezza di questo progetto, sottolineano quanto sia stato prezioso l’incontro costante con il gruppo delle altre famiglie aderenti. Condividere gioie e difficoltà, confrontarsi su emozioni e vissuti, li ha fatti sentire supportati e mai soli. Il loro desiderio comune è che sempre più famiglie aprano le proprie case, offrendo un’opportunità concreta di integrazione, autonomia e progettazione del futuro per tanti giovani migranti.

Un ringraziamento ad Hassan, Giovanni e Peter per aver condiviso la loro storia, un esempio tangibile della potenza trasformativa dell’accoglienza.

Quando l’accoglienza genera futuro

L’esperienza di Hassan, Giovanni e Peter è un esempio lampante del successo del progetto Vesta, a cui DoMani partecipa attivamente. Questo risultato straordinario è il frutto del lavoro instancabile di una squadra di professionisti esperti, della volontà e del coraggio dei ragazzi, che si mettono in gioco per costruire il proprio futuro, e soprattutto della generosità e dell’apertura solidale delle persone che, come Giovanni e Peter, scelgono di accogliere in famiglia, trasformando un gesto di solidarietà in una potente opportunità di cambiamento e crescita tanto per se stessi quanto per l’Altro.